La campanella
La campanella
Campane, tubi di gomma, atletica. Queste tre cose, apparentemente non hanno nessun nesso tra loro. Ma non è così. Di recente sul banchetto di un mercatino ho trovato una campanella usata in vendita. L’aspetto del piccolo oggetto, che ha un diametro di 11 centimetri, non mi era nuovo. Sulla piccola campana campeggia la scritta latina «AJ TERTIO MILLENNIO ADVENIENTE», lo stemma di San Giovanni Paolo II, l’ iscrizione in italiano «ROMA GIUBILEO ANNO 2000» ed il nome della «FONDERIA COLBACHINI PADOVA».
Così veniva presentata la campanella sul sito della fonderia |
Già, e la ditta che l’ha realizzata? Ufficialmente è stata fondata nel 1745 ma le ricerche dell’amico Luca Chiavegato, esperto d’arte campanaria veronese, hanno rivelato che la dinastia Colbachini era attiva già nel 1732, quando Pietro Antonio Colbachin, il capostipite, rifuse una campanella. Sempre gli studi di Chiavegato hanno fatto emergere che tre dei nove figli di Colbachin, ovvero Pietro, Antonio e Daciano continuarono l’attività del papà. La fonderia dei Colbachini, con la crescita delle commesse, fu trasferita in centro a Padova nel corso del 1800. Fu in questo secolo che i bronzi padovani vennero venduti ai quattro angoli del mondo, tanto che la ditta ebbe uffici di rappresentanza perfino ad Istanbul ed Atene.
Una pubblicità della fonderia risalente agli anni Ottanta/Novanta del 1900 |
Il titolo di «fonderia pontificia» arrivò per i Colbachini nel 1898, per mano di papa Leone XIII. Una delle campane della Basilica di San Pietro, a Roma, è uscita proprio dall’officina padovana. Con la richiesta sempre più numerosa di campane, la fonderia si trasferì dapprima in via Montericco, alla periferia di Padova, e quindi a Saccolongo, un centro della provincia patavina. Dalla fonderia veneta sono usciti i concerti della Cattedrale di Messina, della chiesa di Sant’Elena di Venezia, della Basilica di Monte Berico di Vicenza, del Santuario-basilica di Santa Teresa di Verona, della Collegiata di Santa Lucia a Savignano sul Rubicone (Forli), oltre al campanone dell’ospedale «San Raffaele» di Milano ed alla grande campana del Tempio di «Cristo Re» a Messina. Quest’ultima, come riferiscono gli esperti dell’Associazione italiana di campanologia nel loro sito www.campanologia.org, con i suoi 132 quintali è la terza campana più grande d’Italia dopo quelle di Rovereto (Trento) e Plan De Corones (Bolzano).
Proprio per la sua storicità, lo Stabilimento Colbachini, nel 1990, è entrato a far parte dell’associazione internazionale Les Hénokiens, un sodalizio che deriva il proprio nome dal personaggio biblico Enoch. Tale organizzazione raggruppa le aziende di tutto il mondo che hanno alle spalle un’attività produttiva di almeno 200 anni. L’originalità della produzione delle campane, nel 1986, spinse il regista Ermanno Olmi (1931-2018) ad ambientare proprio nell’officina dei Colbachini alcune suggestive scene sulla fusione dei sacri bronzi per il film-documentario «Artigiani Veneti», commissionato dalla Regione e da Confartigianato Imprese Veneto.
Nonostante il calo degli ordini, circa 17 anni fa, abbia portato l’azienda a sospendere la produzione di campane, lo Stabilimento Colbachini e la sua tradizione secolare nel mondo campanario non sono scomparsi. Anzi. La famiglia di fonditori ha dato vita, nel 2002, al «MuVeC» (www.muvec.it). Ovvero il museo veneto delle campane, con la sua ricca e curata collezione di bronzi, realizzato a coronamento degli oltre 250 anni di attività artigianale nella fusione degli squillanti bronzi. L’esposizione permanente è ospitata nella storica Villa Fogazzaro-Colbachini a Montegalda (Vicenza).
Allo Stabilimento Colbachini, inoltre, è legata la Ivg Colbachini spa, e qui veniamo ai tubi di gomma. Poiché proprio in questo prodotto, realizzato per impieghi industriali dall’azienda di Cervarese Santa Croce (Padova), ha permesso alla stessa società di diventare leader internazionale in questo settore. La Ivg rappresenta un esempio virtuoso di diversificazione d’impresa, che ha consentito alla famiglia Colbachini di dare continuità alla propria esperienza nel campo dell’imprenditoria. Ivg fu infatti fondata negli anni Sessanta da Daciano Colbachini, membro della dinastia di fonditori. Colbachini in gioventù era stato pure un campione di atletica (e qui veniamo alla terza parola chiave). Come riportato dal giornalista Vittorio Pierobon sul «Gazzettino» di qualche anno fa, l’atleta padovano fu primatista italiano nei 110 ostacoli, semifinalista alle Olimpiadi di Stoccolma nel 1912 e Anversa nel 1920. A Daciano Colbachini, proprio per i suo meriti sportivi, è intitolato lo stadio di atletica che si trova all’Arcella, quartiere del capoluogo patavino.
Effetì
Lo stadio Colbachini di Padova (da Wikipedia) |
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